una spiaggia per pochi, o ci si arriva via mare, o con un pochino di pazienza da un sentiero che richiederebbe dei più idonei scarponcini da trekking che delle infradito.
Confini labili tra natura e costruzioni, tra mare e terra, passato e presente, colori che si mischiano tra di loro, e colorano il mare di turchese, ed i sassi, ora disposti dall'uomo per delimitare i sentieri, per ergere muri, ora mosaico lavico che compone la spiaggia.
Quei ruderi, che si vedono altro non sono che testimonianza di un passato non troppo lontano di industria della pomice, che veniva estratta, selezionata, insaccata, e spedita per porti lontani
09 agosto 2010
23 luglio 2010
arrivano i Saraceni
Eravamo rintanati in un ex convento, molti accademici, ed un paio di persone, tra cui io, ospiti per partecipare ad un workshop di Arte ed Iconografia Sacra, promosso dalla Diocesi di Palmi. Dopo una giornata sui tavoli da disegno, a sperimentare con pregiate carte cotone ed un tornio da incisione, sentivo il bisogno di uscire per il centro, esplorare un po il paese e perchè no, bermi una birra.
Con mio sommo stupore, seduto in uno dei bar che cricondavano la piazza quadrata, vedo arrivare dei pupi giganti, che rimettevano in atto il sacco ad opera dei Saraceni.
Taccuino alla mano, avevo con me solo una penna, una Parker con inchiostro gel, che ha il pregio o il difetto di sbavare molto con l'acqua, così ne ho approfittato, per amalgamare le linee e creare i chiaroscuri
Con mio sommo stupore, seduto in uno dei bar che cricondavano la piazza quadrata, vedo arrivare dei pupi giganti, che rimettevano in atto il sacco ad opera dei Saraceni.
Taccuino alla mano, avevo con me solo una penna, una Parker con inchiostro gel, che ha il pregio o il difetto di sbavare molto con l'acqua, così ne ho approfittato, per amalgamare le linee e creare i chiaroscuri
22 luglio 2010
19 luglio 2010
03 luglio 2010
vuzzo
una come tante, le piccole barche che si usano per andare a pescare.
Mio nonno ne aveva una, lo ricordo bene, tutta di legno, e a noi nipoti toccava scendere sulla battigia per riempire dei secchi d'acqua per bagnare il legno, facendo si che si gonfiasse e mantenesse integra la struttura.
Oggi invece le fanno con degli stampi in vetroresina, vogliono meno manutenzione, ma in fondo il bello era anche quello
Mio nonno ne aveva una, lo ricordo bene, tutta di legno, e a noi nipoti toccava scendere sulla battigia per riempire dei secchi d'acqua per bagnare il legno, facendo si che si gonfiasse e mantenesse integra la struttura.
Oggi invece le fanno con degli stampi in vetroresina, vogliono meno manutenzione, ma in fondo il bello era anche quello
07 maggio 2010
un fortino, immerso nel blu
sull'isola di Lampedusa vi erano sparpagliati diversi fortini militari, abbandonati alla salsedine e all'incuria del tempo, questo era vicino la zona dell'aereoporto, pochi ciuffi d'erba tra i sassi circostanti, e questo fortino, che si perdeva nelle varie gradazioni di blu di cielo e mare, che si mescolavano sulla linea d'orizzonte
06 maggio 2010
05 maggio 2010
Muri a secco
per realizzare questo disegno, non ho usato i soliti strumenti, penne a china e stilografiche, ma un banalissimo pennino, col manico in plastica da intingere nei flaconcini di inchiostro di china
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